Albino Lucatello presenta un numero cospicuo di opere appartenenti agli anni più recenti della sua continua ricerca pittorica. Accanto a queste tele sono allineate anche alcune opere che si legano direttamente alle problematiche trattate dal pittore nella bella rassegna di due anni fa al Circolo Bancario Udinese, opere appartenenti all’esperienza “materica”, bianco su bianco o nero su nero, dove si evidenziava la chiara sintesi del continuo arricchimento dell’artista attraverso le emozioni che la natura gli veniva offrendo; era una resa “assoluta”, sia nel segno che nel colore, anzi nel non colore.
Lucatello, con la sua più recente produzione artistica, sembra quasi mettere in forse un discorso così a lungo elaborato, tornando alla tela, alla pennellata volutamente vistosa, al colore chiassoso. La “materia” lascia il posto, e il valore di primaria percepibilità, agli spazi, a tumultuose sfumature e sbavature non sempre accettabili sul piano costruttivo e comunicativo. Questo ritorno all’informale, questa segnicità sezionante, richiede una violenza pittorica che l’artista ha da lungo tempo superato, dimostrandosi ormai più volte, pur nella complessità propria della materia, rigorosamente controllato; anzi, il valore delle opere dell’artista nasceva proprio dal contrasto fra l’impasto e la precisa volontà esercitata dall’autore.
Anche nelle tele esposte al Circolo dei Forestieri il “grumo” rimane, ma è cambiato il suo valore nel contesto generale dell’opera, immerso com’è in una superficie violentemente compromessa dal colore e dalla moltitudine dei segni. Questo controllare, perché di rilettura certamente si tratta, in una nuova dimensione i rapporti sempre intensi fra la natura e l’artista, richiede uno spazio di tempo ben più lungo di quello che Lucatello ha avuto a sua disposizione, risultando così la rassegna di Lignano, una presentazione di nuovi elementi, di per sé interessanti, ma atti a essere ulteriormente analizzati.